martedì 21 maggio 2013

DNA una doppia elica

dopo che Hershey scoprì che il DNA era l'effettivo portatore delle informazioni non si capiva ancora come potesse una struttura all'apparenza così semplice (poiché formata da soli 4 tipi di nucleotidi differenti) potesse contenere tutte le informazioni del patrimonio genetico e quindi la sua forma. ai giorni nostri anche un bambino potrebbe descriverci come è fatto il DNA poichè ormai è diventata un informazione scontata, ma negli anni '50 non fu per niente facile scoprire quale fosse la sua forma. ci riuscirono Watson e Crick.
Watson e Crick non fecero nessun tipo di esperimento ma si basarono su delle informazioni che avevano grazi agli studi compiuti da altri scienziati e arrivarono con la logica a capire l'essenza del DNA. loro infatti sapevano:
- sapevano che la molecola del DNA era grande molto lunga e filiforme la quale a sua volta era formata da nucleotidi formati a loro volta da una base azotata (purina o pirimidina), una molecola di zucchero e un gruppo fosfato.
-sapevano anche, grazie a Linus Paulig, che alcuni tipi di proteine potevano avere una forma elicoeidale per via della presenza di alcuni legami a idrogeno presenti in essa.
- un altra informazione importantissima era data dagli studi di Chargaf che dicevano che le basi azotate erano presenti nel DNA in proporzioni uguali ma variavano di specie in specie e si riscontrava che la proporzione tra adenina e timina è di 1:1.

il DNA inoltre doveva essere abbastanza complesso e variabile nella composizione da permettere il passaggio dei geni e doveva avere un metodo veloce e preciso di duplicazione per trasettere le informazioni di generazione in generazione. 
mettendo insieme tutte queste informazioni arrivarono alla conclusione che il DNA fosse a doppia elica composto quindi da due filamenti legati tra di loro dalle basi azotate (le quali potevano legarsi solo con il loro complementare).



la loro teoria fu confermata in seguito da Rosalinda Franklin che, grazie alla tecnica di cristallografia, riuscì a misurare le varie distanze tra i filamenti (2 nanometri tra i due filamenti).

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